Gli accessori fotografici

Corso di fotografia digitale - Filtri e altri accessori fotografici

Gli accessori fotografici hanno assunto una rilevanza assai diversa con l'avvento del digitale.

Qui di seguito vengono elencati gli accessori che possono interessare le fotocamere digitali. A seguire si tratterà di quelli la cui importanza è pressoché esclusiva delle fotocamere a pellicola, benché per alcuni possa presentarsi l'occasione di utilizzarli anche con il digitale.

  1. Moltiplicatori di focale :

    occorre distinguere tra:

    1. Aggiuntivi : questi vengono montati davanti all'obbiettivo negli apparecchi a ottica fissa.

      Ve ne sono di due tipi:

      • aggiuntivi "tele" che aumentano la focale dal 40% al 100%, secondo il modello.

      • aggiuntivi "wide" che riducono la focale dal 30% al 50%, consentendo di disporre di un grandangolare.

        Occorre tenere presente che essi comportano un certo decadimento dell'immagine. Il loro uso, praticamente abbandonato per le fotocamere a pellicola, è tornato in auge con le digitali compatte. E' tuttavia destinato a scomparire con la costruzione di fotocamere dotate di zoom, assai potenti, che rendono inutile il ricorso a tale accessorio. Una utilità può ancora essere riconosciuta a quegli aggiuntivi che consentono di ridurre la focale, in quanto le compatte molto spesso non offrono veri grandangolari e, in ogni caso, possono riuscire utili per chi ami "prospettive esasperate" A sfavore degli aggiuntivi gioca anche il loro costo assai elevato.

    2. Duplicatori di focale : questi vengono montati tra il corpo macchina e l’obbiettivo. Consentono di raddoppiare la focale dell’obbiettivo. In tal modo, un 50 mm diventa un 100 mm, un 200 mm diventa 400 mm.

      E' del tutto evidente che questi accessori possono essere montati solo su fotocamere ad ottica intercambiabile, siano esse a pellicola o digitali.

      Si badi bene che mentre un' ottica tradizionale, se il tipo di attacco lo consente, può essere montata su una digitale (eventualmente perdendo alcune funzioni) non è possibile il contrario. Ciò in quanto, salvo eccezioni, il digitale ha, come si è avuto modo di vedere, un formato inferiore alla pellicola. Pertanto, le ottiche progettate per le digitali non sono in grado di coprire un formato maggiore.

      N.B. l'uso di duplicatori o aggiuntivi che raddoppiano la focale riduce la luminosità dell’obbiettivo di due “stop”. Un obbiettivo da 50 mm f: 2,8, diventa un 100 mm f: 5,6 Si ha anche una perdita avvertibile di nitidezza, che, tuttavia, non ne sconsiglia l’uso se trattasi di accessori di buona qualità ( o ci si accontenta dei risultati).

  2. Flash:

    Il Flash (uno o più) si rende necessario di regola in due occasioni :

    • a) quando non vi è luce sufficiente

    • b) per schiarire alcune zone troppo in ombra.

    N.B. Nell'usare un flash occorre ricordare due cose:

    • impostare il bilanciamento del bianco oppure usare solo pellicole per luce diurna

    • Il flash è in grado di illuminare solo a breve distanza

    Questa seconda avvertenza non deve mai essere dimenticata. Anche se l'apparecchio dispone di regolazione automatica dell'esposizione, è evidente che una buona illuminazione sarà ottenuta solo se non si supera la "portata" del flash.

    La distanza a cui il flash risulta efficace dipende da due fattori :

    • la potenza del flash, espressa dal numero guida del flash dichiarato dal costruttore

    • il diaframma impostato

    Quando il flash è incorporato nella fotocamera la sua potenza è assai limitata; molto spesso i costruttori di fotocamere preferiscono indicare la distanza massima di operatività. Ciò può risultare comodo per il dilettante, ma risulta, come di vedrà di seguito, poco agevole se si vuole conservare il controllo delle riprese.

    Qualora si usi un flash esterno, montato sull'apposita slitta o, addirittura, separato dall'apparecchio è assolutamente necessario calcolare la distanza operativa in base al numero guida.

    La distanza utile si ottiene dividendo il numero guida per il valore di diaframma che si intende utilizzare.

    Es : se un flash ha numero guida 24 la luce giungerà sino a 6 metri con diaframma 4 (24 : 4), a 3 metri con diaframma 8 (24 : 8), fino a circa 8 metri con diaframma 2,8 (24 : 2,8 = 8,6)

    Le modalità di uso e la potenza di un flash dipendono dalle sue caratteristiche costruttive. Gli attuali flash si dividono in tre categorie:

    • incorporati nel corpo macchina : non illuminano che a pochi metri; generalmente a non più di 3,5 – 4 metri

    • automatici : collegati alla macchina (tramite cavetto o attacco a slitta) : hanno potenze variabilissime. I più costosi dispongono anche di accessori che consentono di concentrare il fascio luminoso aumentandone la portata.

    • dedicati : anch’essi collegati alla macchina, di norma, tramite attacco a slitta: hanno potenza anche considerevole ma non così elevata come quelli della classe precedente.

    Vediamo ora più dettagliatamente le caratteristiche operative di ciascun tipo.

    • Incorporati: non consentono alcuna regolazione ma la macchina, spesso, ne regola l’esposizione (durata del lampo)

    • Automatici : occorre definire quale diaframma impostare per determinare la distanza massima cui si può fotografare, dato il numero guida : Es : se il numero guida è 30 con diaframma 5,6 potremo fotografare soggetti sino a 6 metri

      Tuttavia, i costruttori, in genere, riportano sul dorso del flash una tabella che indica per quali diaframmi è possibile avvalersi dell’automatismo e la relativa distanza massima di lavoro .

      Il diaframma scelto e impostato sulla fotocamera deve essere selezionato anche sul flash.
      Un sensore posto sul flash provvederà a garantire una corretta illuminazione anche per i soggetti più vicini

      Ricordare che, se si imposta un altro diaframma, occorre controllare la nuova distanza massima di lavoro e modificare l’impostazione di diaframma anche sul flash.

      Alcuni flash effettuano la lettura con un sensore posto nella macchina (lettura TTL), ma occorre che questa preveda tale funzione. In questi casi si può variare il diaframma senza reimpostare il flash

    • Dedicati : occorre avere sempre presenti le distanze di lavoro possibili con i diversi diaframmi. Una volta impostato il diaframma sulla macchina non occorre alcuna regolazione del flash in quanto questo “colloquia” con la macchina e ne conosce le impostazioni . Questi flash si trovano solo su macchine che consentono la lettura TTL, ma non tutte le macchine a lettura TTL consentono l'uso di Flash dedicati.

    Un ulteriore accessorio utilizzabile con i diversi tipi di Flash è il servo flash : si tratta di una cellula che viene collegata ad un flash non connesso all'apparecchio fotografico. Quando il flash collegato alla fotocamera si accende il servo flash fa scattare i flash cui è collegato. Tale accessorio consente due vantaggi:

    • permette l'utilizzo simultaneo di più flash e, quindi una illuminazione ben modulata

    • libera dall'uso di cavi di collegamento, consentendo, di conseguenza, maggiore libertà di movimento sul "teatro di ripresa" e maggiore distanza tra i flash "secondari" e la fotocamera.

  3. Filtri :

    I filtri con il digitale hanno perso di importanza o, forse, si dovrebbe dire ne restringono l'uso a scopi molto particolari.

    Le possibilità offerte dal fotoritocco sollevano oggi dalla necessità di avvalersi di filtri. E' tuttavia un fatto che non tutti i dilettanti dispongono o desiderano applicarsi al computer per "trattare" le immagini da loro scattate.

    Tutti i costruttori di digitale offrono, pertanto, alcune possibilità di trattamento delle immagini, sia prima che dopo lo scatto.

    Si giustifica quindi una breve trattazione dei filtri che ancora oggi possono riuscire utili per chi non desideri o non sappia avvalersi del computer.

    Anche per i filtri, vedremo prima quelli che possono interessare anche il fotografo "digitale" per poi far seguire un cenno a quelli riservati alla pellicola.

    1. Filtri universali : ne è possibile l'uso sia sul digitale che con la pellicola

      • Filtro ultravioletto : blocca i raggi ultravioletti presenti in alta montagna, evitando una colorazione azzurrina. Con il digitale il suo utilizzo è essenzialmente raccomandabile come protezione per evitare di sporcare l'obbiettivo. La sua utilità, per una corretta resa del colore, deve essere valutata in rapporto all'apparecchio che si possiede : la risposta ai colori dei sensori non è la stessa della pellicola.

      • Filtro skylight : blocca i raggi ultravioletti presenti in montagna e riduce la dominante azzurra nelle riprese in ombra, dove la luce proviene dal cielo. Può sostituire il filtro ultravioletto. Circa l'opportunità del suo uso nel digitale vale quanto sopra detto. In più si deve aggiungere che il montarlo in modo permanente potrebbe risultare non indicato a causa della sua colorazione rosa che potrebbe introdurre una dominante "calda" non desiderata In definitiva, come protezione dell'obbiettivo, è da preferire l'ultravioletto.

      • Filtro polarizzatore : elimina riflessi e immagini parassite che si producono su vetri e superfici lucide. Non hanno effetto su superfici metalliche.

      • Filtri grigi neutri : servono a ridurre la luminosità della scena consentendo l’uso di diaframmi più aperti, o tempi più lunghi di esposizione.
        Un diaframma più aperto potrebbe servire per ridurre la profondità di campo. Un tempo più lungo per ottenere un effetto di mosso.
        Esistono filtri talmente scuri da richiedere una posa di molti minuti anche in pieno sole: in questo modo si può fotografare una via senza che vi compaiano persone a passeggio o auto di passaggio.

        Nelle digitali compatte, la cui minima apertura, è generalmente f : 8, possono riuscire molto utili qualora la forte illuminazione richiederebbe un diaframma più chiuso.

    2. Filtri per effetti particolari : ne esistono di vario genere, ciascuno per realizzare un effetto speciale.

      Si possono, molto sinteticamente, elencare i seguenti:

      • filtri a moltiplicazione dell'immagine : consentono di ottenere una immagine in cui la scena viene rappresentata più volte. Generalmente si ottiene una immagine centrale ed altre intorno a questa.

      • filtri per effetti a stella : danno ai riflessi o luci puntiformi una forma a stella

      • a colorazione graduata : introducono nella scena una colorazione che diminuisce di intensità a seconda dell'orientamento del filtro. Permettono di ottenere, ad esempio, panorami con colori straordinari.

      • filtri diffusori : servono a ottenere una resa più morbida, imitando gli speciali obbiettivi a fuoco morbido molto appezzati per il ritratto.

      • altri filtri : tra questi il rainbow che inserisce nella scena un arcobaleno.

      Come si può ben comprendere, questa seconda categoria di filtri può tranquillamente essere sostituita da manipolazioni al computer e, assai limitatamente, dal software inserito nelle digitali.

    Una precisazione va ancora ben rimarcata:

    I filtri universali possono, come si è visto, riuscire ancora oggi utili anche sul digitale. Alcuni, polarizzatore e grigio neutro, mantengono la stessa validità che hanno nelle riprese su pellicola.
    Viceversa, i filtri per effetti speciali possono essere sicuramente sostituiti con le manipolazioni tramite computer: con il vantaggio di disporre di una immagine non manipolata e, quindi, suscettibile di infinite varianti.
    Le immagini ottenute tramite filtri per effetti speciali non sono più recuperabili ad una riproduzione realistica.

    Può interessare ora vedere quali sono i filtri il cui uso è utile esclusivamente per riprese su pellicola.

    Essi vanno distinti i due categorie:

    • Filtri per il bianco e nero : servono a modificare la resa dei colori nelle immagini bianco e nero.
      Il principio generale è che essi rendono in tonalità di grigio più chiaro i colori uguali o simili al filtro impiegato e scuriscono i loro complementari.

      Ne esistono di vari colori e, per ciascun colore, in varie gradazioni. Quelli più utilizzati sono:

      • Filtro Giallo : scurisce l’azzurro. E’ normalmente impiegato per dare rilievo alle nuvole che si stagliano su un cielo azzurro. Senza questo filtro le nubi potrebbero risultare impercettibili.

      • Filtro verde : schiarisce il verde e scurisce l’azzurro. Può essere usato, come il filtro giallo, per dare risalto alle nubi ( con effetto anche più marcato) e per schiarire l’erba. Questa riflette poca luce e, senza il filtro, potrebbe risultare troppo scura.

      • Filtro rosso : rende quasi nero il cielo azzurro e quasi bianco ciò che è rosso. Es. una rosa rossa diventa bianca, ma le foglie risulteranno molto scure

    • Filtri per il colore

      1. Filtri di conversione :

        1. Filtro azzurro (81/A) : consente di usare pellicola per luce diurna in ambienti illuminati con lampade al tungsteno.

        2. Filtro ambra: consente di usare pellicola per luce artificiale in riprese con luce diurna.

    • Filtri per B/N e Colore
      Sono quelli già illustrati in precedenza: ultravioletto, polarizzatore, grigio neutro, effetti a stella, moltiplicazione di immagine ed altri come il rainbow.

      N:B: quasi tutti i filtri di cui si è finora trattato, salvo l'ultravioletto e lo skylight, comportano un assorbimento di luce; pertanto, costringono a lavorare con diaframmi più aperti o con tempi più lunghi

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